TEST COVID

L’infezione da SARS-CoV-2, responsabile di COVID-19, può essere al momento rilevata da diversi tipi di test tutti effettuabili presso il nostro centro:

 

  • tampone rapido antigenico
  • test rapido salivare
  • test sierologico rapido
  • test sierologico quantitativo
  • test ricerca anticorpi neutralizzanti

 

Questi test non hanno tra loro lo stesso valore e non sono sovrapponibili dal punto di vista dell’affidabilità e dell’efficacia.

 

Vediamoli, uno per uno.

Il test rapido antigenico

Con il test rapido antigenico si ricercano le proteine superficiali del virus (antigeni) e non il genoma virale (come accade invece con il test molecolare).

 

Il campione viene raccolto attraverso un tampone naso-faringeo, ma i tempi di risposta sono molto più brevi rispetto a quelli del test molecolare: circa 15-30 minuti.

 

Sensibilità e specificità del test rapido antigenico sembrano essere inferiori rispetto a quelle del test molecolare, pertanto chi risulta positivo (cioè colpito da COVID-19) al test rapido dovrebbe poi sottoporsi in un secondo tempo al test molecolare per veder confermata la diagnosi di infezione ed escludere si sia trattato di un cosiddetto falso-positivo.

 

Al test rapido antigenico viene riconosciuta una valida applicazione nel campo dello screening, aspetto che non gli permette però di assumere la valenza di test diagnostico in ambito clinico perché presenta dei limiti di un certo peso: è possibile, infatti, che si ottengano anche dei cosiddetti falsi negativi e che dunque pazienti che risultino negativi al test – e quindi considerati non colpiti di COVID-19 – siano in realtà positivi, cioè malati di COVID-19.

 

Il test rapido è stato introdotto per lo screening dei passeggeri negli aeroporti e nei porti e il Ministero della Salute, con una circolare del 29 settembre 2020, ne evidenzia l’utilità anche nel contesto scolastico perché potrebbero “accelerare la diagnosi di casi sospetti di COVID-19” e dunque semplificare l’identificazione dei casi, l’isolamento e il tracciamento dei contatti.

I test salivari antigenici

Di recente è stato proposto anche il nuovo test salivarie che, come suggerisce la parola, rileva tracce del virus dalla saliva stessa.

 

E’ il test meno invasivo e più economico, utile per valutare l’eventuale infezione da virus covid nei bambini restii a subire la metodica del tampone. Il Test salivare antigenico può essere elaborato nel giro di una ventina di minuti e va a caccia delle proteine di superficie del virus all’interno della nostra saliva. Si effettua un dosaggio immunologico qualitativo su membrana per la rilevazione dell’antigene del virus SARS-CoV-2. Durante il test, il campione reagisce prima con particelle rivestite di anticorpi anti SARS-CoV-2 e migra per azione capillare sulla membrana, reagendo con anticorpi presenti nella zona della linea del test

Il test sierologico

Il test sierologico relativo all’individuazione infezione da SARS-CoV-2 si basa sull’analisi del sangue del paziente. Può essere rapido, per cui è sufficiente una goccia di sangue, o quantitativo, per cui occorre sottoporre il paziente a un prelievo di sangue.

 

Il test sierologico qualitativo rapido consente di scoprire se il soggetto che vi si sottopone è entrato in contatto con il virus e se il suo sistema immunitario ha per questo prodotto anticorpi di risposta. Il test sierologico quantitativoi consente invece un dosaggio specifico degli anticorpi prodotti.

Gli anticorpi di cui si parla sono le immunoglobuline IgM (le prime a essere prodotte in caso di infezione) e IgG (succedono alle IgM quando il livello delle prime scende). Se nel campione prelevato di sangue vengono rilevate le IgG significa che l’infezione è avvenuta in passato.

 

Attenzione: il test sierologico evidenzia dunque la presenza di anticorpi contro il virus e indica l’eventuale avvenuta esposizione, in passato, a SARS-CoV-2. Dal momento che la positività è tardiva – si stima che il tempo che intercorre fra il contagio e lo sviluppo dei sintomi clinici vari fra i 2 e gli 11 giorni, con un massimo di 14 giorni – fa sì che il test sierologico non sia un test indicato per rilevare un’infezione in corso.

 

Per questo motivo non può sostituire il test molecolare (il tampone) per verificare o meno la positività di un soggetto. Questo tipo di test può essere utile in campo epidemiologico per stimare la diffusione dell’infezione all’interno di una comunità.

Test sierologico quantitativo

È il test che rileva la presenza nel siero (una parte del sangue) degli anticorpi (Immunoglobuline, Ig) prodotti dal sistema immunitario per difendersi da ciò che proviene dall’esterno (Antigeni), e che può costituire una minaccia, come appunto il SARS-CoV-2 e quindi indicano se un soggetto è venuto o meno in contatto con un agente infettivo.

 

Il Test Sierologico quantitativo con metodica CLIA avviene tramite un prelievo venoso dal braccio eseguito da una nostra infermiera ed una successiva analisi di laboratorio della provetta di sangue con metodica CLIA. Il test, oltre a rilevare la presenza degli anticorpi IgM e IgG, ne misurano anche le quantità.

 

Gli anticorpi detti “IgM” sono prodotti nella fase iniziale dell’infezione, si ritrovano nel sangue a partire da 3 o 6 giorni dopo la comparsa dei sintomi e tendono poi a scomparire nel giro di qualche settimana. Gli altri anticorpi, detti “IgG”, sono prodotti più tardivamente e si ritrovano nel sangue a partire da un paio di settimane dopo la comparsa dei sintomi (ma possono comparire anche prima) e dovrebbero permanere poi per molto tempo.

 

Il Test sierologico può fornire quindi i seguenti risultati:

 

  • IgM e IgG negative: non c’è stata infezione o l’esposizione al patogeno è avvenuta da troppo poco tempo e non è stata ancora sviluppata una reazione immunitaria rilevabile, oppure il livello di anticorpi prodotti è troppo basso per essere rilevato dal test;
  • solo IgM positive: l’esposizione all’antigene è molto recente.
  • IgM e IgG positive: l’infezione è in corso ed è stata contratta da poco tempo;

solo IgG positive: l’infezione c’è stata ma non è recente.

 

A seconda dei risultati potrebbero essere necessari altri test per arrivare a una diagnosi precisa.

Test ricerca anticorpi neutralizzanti

ll test sierologico quantitativo per la ricerca di anticorpi anti-proteina S (Spike) del virus Sars-CoV2 è attualmente lo strumento più adatto per valutare l’immunità acquisita a seguito del vaccino o della malattia perché è in grado di individuare gli anticorpi IgG verso il segmento S-RBD (S protein Receptor-Binding Domain), una classe di anticorpi in grado di neutralizzare il virus Sars-CoV-2 e renderlo non più infettivo per le cellule dell’organismo.

 

In questo modo è possibile verificare e monitorare l’efficacia della protezione acquisita da infezione naturale al Covid-19 o tramite vaccino.

 

Come si esegue il test?

L’esame richiede l’esecuzione di un semplice prelievo di sangue venoso, attraverso il campione il test può misurare la quantità di anticorpi diretti verso la proteina Spike del coronavirus.
La metodica applicata per l’esecuzione del test in laboratorio è la chemiluminescenza (CLIA) che ha il 100% di Sensibilità e il 99,6% di Specificità.

 

Il test per la ricerca di anticorpi anti-proteina S (Spike) può essere utile:

 

  • a chi vuole verificare se è venuto a contatto con il virus e quindi ha sviluppato anticorpi neutralizzanti;
  • a chi ha già completato la somministrazione del vaccino anti Sars-CoV-2 (entrambe le dosi) e desideri verificare la successiva produzione di anticorpi (e loro relativa durata, attraverso misurazioni ripetute nel tempo).

 

Quando effettuare il test?

Secondo raccomandazioni, l’analisi sierologica andrebbe eseguita dopo circa tre settimane nei soggetti che hanno contratto l’infezione e sono successivamente risultati negativi al tampone molecolare. Mentre, nei soggetti sottoposti a vaccinazione è consigliabile eseguirlo dopo circa due settimane dalla somministrazione della seconda dose.

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